Da qualche tempo nessuno dei grandi eventi che scuotono il mondo è più interpretabile fuori della categoria di biopolitica. E tuttavia, a tale straordinario rilievo non corrisponde una adeguata chiarezza sul significato del concetto. Esso sembra percorso da un’incertezza di fondo che lo espone a letture diverse e contrastanti. Ciò che, in tale contrasto, resta irrisolto è la domanda posta per la prima volta da Michel Foucault: come mai la relazione sempre piú diretta della politica con la vita rischia di produrre un esito di morte? Cosa spinge irresistibilmente la politica della vita a ridosso del suo contrario?

Roberto Esposito cerca una risposta a questo interrogativo non soltanto nella genesi moderna della biopolitica ma anche nel suo estremo rovesciamento tanatopolitico nell’esperienza nazista. Contrariamente alla sostanziale rimozione operata dalla filosofia contemporanea, Esposito propone l’ipotesi che solo un confronto radicale con i dispositivi mortiferi del nazismo possa fornire le chiavi concettuali per penetrare l’enigma della biopolitica e tentarne una riconversione finalmente affermativa. Ma cosa vuol dire, propriamente, pensare nel rovescio del biopotere nazista? E come sciogliere il nodo che stringe vita e politica in una forma distruttiva di entrambe, senza smarrire la loro implicazione reciproca?

So zentral der Begriff der Biopolitik für politische und gesellschaftliche Debatten heute ist, so ungeklärt bleibt er. Auf die schon von Foucault gestellte Frage, warum die immer direktere Verknüpfung von Politik und Leben unwiderstehlich in ihr tödliches Gegenteil umzuschlagen droht, sucht Esposito nicht nur in der modernen Genesis der Biopolitik eine Antwort, sondern auch in ihrer extremen thanatopolitischen Verkehrung im Nationalsozialismus. Gegenüber Abgrenzungsversuchen der gegenwärtigen Philosophie wagt er die Hypothese, dass nur eine radikale Auseinandersetzung mit den tödlichen NS-Dispositiven das Geheimnis der Biopolitik durchdringen und eine endlich affirmative Wiederverkehrung anstreben lässt.

Roberto Esposito, vicedirettore dell’Istituto Italiano di Scienze Umane, è professore ordinario di Filosofia Teoretica e coordinatore del Dottorato di Filosofia Moderna e Contemporanea (per l’indirizzo ‘Filosofie della comunità ed ontologia del presente’). Tra le sue pubblicazioni: Immunitas. Protezione e negazione della vita (2002); Bíos. Biopolitica e filosofia (2004), Communitas. Origine e destino della comunità (2006); Terza persona. Politica della vita e filosofia dell’impersonale (2007); Termini della politica. Comunità, immunità, biopolitica (2008); Pensiero vivente. Origini e attualità della filosofia italiana (2010). E’ stato per cinque anni l’unico membro italiano del Comitato Scientifico Internazionale del Collège International de Philosophie di Parigi.

Auf Italienisch mit deutscher Simultanübersetzung
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Die Vortragsreihe wird veranstaltet vom Italienischen Kulturinstitut Berlin in Kooperation mit dem ICI Berlin.

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